Passo dopo passo sul Cammino di Santiago
Da Napoli a Tolosa
9 maggio 2018
Napoli è ancora addormentata mentre alle cinque del mattino un taxi mi accompagna in aeroporto.
Col buio e con le strade ancora vuote, guardando fuori dal finestrino, ho l’impressione di vedere un film in bianco e nero senza il sonoro: le variopinte scene della vita diurna della città di “Pullecenella”, arricchite da mille suoni e rumori, sembrano non appartenere a questi luoghi.
La calma e la tranquillità, per certi versi irreali, durante questo breve percorso mi fanno sentire come sospeso a mezz’aria, consapevole che da questo momento verrò trasportato attraverso gli eventi da un flusso di cui probabilmente non potrò avere il controllo.
Diversamente dalla città, l’aeroporto già pullula di gente. Oggi è un giorno feriale e a quest’ora ci sono in prevalenza persone che viaggiano per lavoro: qualcuno è in giacca e cravatta mentre gli altri indossano abiti “normali”. Tra tutti, catturano la mia attenzione due signori con abbigliamento da trekking, entrambi con la stessa maglietta tecnica color giallo evidenziatore.
Poco dopo, ritrovandoli nello stesso gate d’imbarco del mio volo non riesco a trattenermi e gli chiedo: – Dove state andando vestiti così? –
I due signori mi rispondono placidamente – Al Cammino di Santiago! –
La risposta mi sbalordisce perché non avrei mai pensato che già qui a Napoli avrei incontrato i primi pellegrini.
Accomunati dallo stesso progetto ci presentiamo e facciamo quattro chiacchiere mentre attendiamo l’imbarco, ovviamente parlando del Cammino.
Sono Franco e Peppe, sono sulla settantina e sono molto carichi di spirito ma anche di bagaglio. In particolare, Franco ha uno zaino che è una volta e mezza il mio.
Peppe è al suo secondo Cammino e, con la loquacità che lo contraddistingue, non si risparmia nel raccontare a noi “matricole” tanti aneddoti della sua passata esperienza.
I due simpatici personaggi si sono conosciuti su una spiaggia nei pressi di Torre del Greco: Peppe si allenava per il Cammino, portando anche lo zaino sulle spalle mentre incedeva lungo l’arenile; Franco invece faceva delle scarpinate in solitaria come attività sportiva. Da quell’incontro è nato il loro progetto di compiere assieme il Cammino di Santiago.
Alle 6:40 parte puntualissimo il volo per Tolosa.
Giunto a destinazione, dall’aeroporto prendo un tram e vado alla stazione ferroviaria.
Sono già a conoscenza dell’astensione dal lavoro dichiarata per quest’oggi dal personale delle ferrovie francesi e pertanto l’addetta all’ufficio informazioni, a cui chiedo notizie aggiornate sulla percorrenza dei treni, non può far altro che darmi conferma dello sciopero.
Sono molto dispiaciuto per lo slittamento di un giorno dell’inizio del mio Cammino; presto, invece, scoprirò che l’imprevisto porterà a dei risvolti positivi di cui racconterò al momento debito.
In stazione incontro nuovamente Franco e Peppe e, dato che anche loro sono bloccati qui a Tolosa dallo sciopero, li invito a seguirmi nell’ostello dove ho in programma di alloggiare.
Dopo esserci sistemati al Petite Auberge de Saint-Sernin, non potendo far altro, decidiamo di andare in giro per la città, nonostante il cielo grigio che minaccia pioggia e la temperatura abbastanza fresca.
Pianificando il viaggio da Napoli a Saint-Jean-Pied-de-Port, prima in aereo fino a Tolosa e a seguire in treno, la mia decisione era stata di tralasciare la visita dell’interessante capoluogo ai piedi dei Pirenei; secondo il mio programma, una volta giunto a Tolosa avrei proseguito subito verso la tappa iniziale del Cammino, vista la grande voglia di cominciare a percorrere la via verso Santiago de Compostela. Invece il destino ha voluto che non mancassi l’occasione per dare almeno uno sguardo al nucleo medievale della città, di cui buona parte delle stradine ricalcano ancor oggi il disegno dell’antico insediamento romano.
Soprannominata la Ville en Rose, per via delle facciate di molti palazzi con i mattoni a vista, Tolosa è una città ricca di storia e allo stesso tempo è un centro europeo d’eccellenza dell’industria aeronautica e spaziale.
Il mio giro turistico, insieme a Peppe e Franco, comincia con la visita della vicina basilica di Saint-Sernin (san Saturnino): costruita sulla tomba del Santo martire, primo vescovo della città, è considerata uno dei massimi esempi di architettura romanica nel sud della Francia. Entriamo per visitarla e scopriamo che oggi, come nell’antichità, la basilica è un’importante tappa per i pellegrini che vanno a Santiago de Compostela.
Proseguiamo il tour cittadino raggiungendo l’ampia place du Capitole. Nella piazza, caratterizzata dall’imponente palazzo storico del campidoglio, sede del municipio, come ogni mattina c’è l’animato mercato cittadino con numerose bancarelle.
La nostra visita continua vedendo il Pont-Neuf, antico ponte in mattoni ad arcate irregolari che collega le due sponde del fiume Garonna; il Jardin Royal, verde oasi di pace nel cuore della città; la cathedrale St-Etienne (santo Stefano) la cui struttura si rifà a diversi stili architettonici per via della costruzione avvenuta nel corso di cinque secoli. Concludiamo il tour con il giardino giapponese, piccola area verde di straordinaria bellezza ispirato alla cultura del paese del sol levante.
Si è fatta sera e, dopo tanto camminare, ci fermiamo per la cena in uno dei molti locali che riempiono le animate vie del centro storico, scegliendo tra questi un ristorante libanese.
Per concludere la giornata facciamo un altro passaggio dalla Place du Capitole. A quest’ora, la piazza si mostra in una versione molto suggestiva: completamente vuota, senza le bancarelle del mercato mattutino, e illuminata in modo spettacolare.
Sveglio dalle quattro del mattino, dopo una lunga giornata senza sosta, arrivo a sera abbastanza stanco.
Mi metto a letto intorno alle ventidue, con la speranza che domani non ci saranno ancora problemi con i treni.
© Aldo Lardizzone 2020 | CREATIVE COMMONS |