Passo dopo passo sul Cammino di Santiago
Da Negreira a Olveiroa
13 giugno 2018
Tappa 34 – Km. 33
Con oggi mancano solo due tappe prima di arrivare a Finisterre e quindi per completare l’intero Cammino di Santiago.
Questo però non vuol dire che possiamo rilassarci, pensando di essere giunti al termine dei nostri sforzi. Infatti, sia oggi che domani, entrambe le tratte che abbiamo davanti sono ben più lunghe della media giornaliera e in totale i chilometri rimanenti sono circa sessantacinque.
Nonostante questo, è tanta la voglia di arrivare alla meta finale. Parafrasando il famoso detto, posso dire che come abbiamo fatto “trenta”, di chilometri possiamo farne “trentuno” e anche qualcuno in più.
Vista la lunghezza della tappa, anticipiamo di una mezz’oretta la partenza, mettendoci in cammino alle 6:00 in punto.
Hanno pernottato nello stesso ostello anche gli amici spagnolo-colombiani, Roberto, Alexandra e Mauricio. Loro, per ragioni legate al volo di rientro, hanno deciso di andare oggi a Finisterre con un taxi e di concludere domani il loro Cammino facendo a piedi il tratto costiero da Finisterre a Muxía, lungo una trentina di chilometri.
Anch’io ho già un biglietto aereo per rientrare in Italia e devo attenermi necessariamente alla data del volo per organizzare gli ultimi quattro giorni di cui ancora dispongo.
Per quanto mi riguarda, preferisco continuare a piedi finché non raggiungerò il mare.
Così facendo compirò l’itinerario in modo lineare senza alcuna interruzione, dai Pirenei all’oceano Atlantico, e una volta giunto a Finisterre terminerò lì il mio Cammino.
Dopo, invece, andrò a Muxía con un mezzo pubblico, per una visita turistica dell’interessante cittadina, posizionata anch’essa sulla costa.
Anche se le previsioni del tempo dicono che oggi ci sarà il sole, per il momento il cielo è ancora parzialmente nuvoloso.
La temperatura, pur essendo mite, non è abbastanza calda da poterci permettere di camminare solo con la t-shirt.
Man mano che ci avviciniamo al mare, il paesaggio fatto di lussureggianti boschi lascia sempre più spazio ad ampie praterie, nelle quali mandrie di bovini e ovini pascolano liberamente.
Il sentiero sterrato che seguiamo è ben distante dalle strade asfaltate percorse dai rumorosi mezzi a motore, quindi il nostro cammino è piacevolmente accompagnato solo dai suoni e dagli odori caratteristici dell’ambiente naturale.
Lungo l’itinerario incontriamo ancora diversi borghi rurali, caratterizzati come sempre da semplici case in pietra e da tanti “hórreos”, le tipiche costruzioni su palafitte a forma di parallelepipedo, dove vengono custoditi i cereali e altri raccolti.
Il primo dei borghi che passiamo, mentre sono quasi le otto, è A Pena.
Anche qui, l’elemento di maggiore interesse della località è la piccola chiesa ottocentesca, intitolata a San Mamede, attorniata da un altrettanto piccolo cimitero.
Attraversati quindi Vilaserío e Santa Mariña, eccoci giunti al mirador de Monte Aro.
Da questo punto panoramico è possibile ammirare, oltre al paesaggio circostante, l’encoro da Fervenza: un grande specchio d’acqua formato da una diga che interrompe il flusso del río Xallas.
Due chilometri prima della meta odierna c’è il paesino di Ponte Olveira.
Mentre lo attraversiamo sono circa le tredici e il buon Francisco ci comunica che ha deciso di fermarsi qui: dato che ha tempo e può permettersi di rallentare il suo Cammino, vuole aggiungere un’altra tappa intermedia, prima di arrivare a Finisterre.
Non sappiamo bene cosa lo abbia portato a questa conclusione; probabilmente la sua proverbiale tenacia è affaticata dal peso dell’enorme zaino che porta sulle spalle.
Zaino, che tra l’altro ha sempre portato in modo sbilenco, nonostante i nostri ripetuti tentativi di raddrizzarglielo.
Comunque sia, Francisco ha preso la sua decisione.
Prima di separarci, però, insiste per offrirci qualcosa in un bar.
Alla fine lo salutiamo con affetto, sapendo che non avremo più modo di incontrarlo.
Ci dispiace lasciarlo, tanto che Giovanna riesce a stento a trattenere le lacrime di commozione.
Siamo comunque certi che non avrà problemi e saprà cavarsela pure da solo, anche se con i suoi tempi.
Alle 14:30 eccoci ad Olveiroa, nell’Albergue de la Xunta de Peregrinos.
All’ingresso dell’ostello comunale non c’è nessuno che accoglie i pellegrini in arrivo. Solo un cartello esposto alla reception invita a scegliere il posto letto che si preferisce, tra quelli liberi; la registrazione verrà fatta stasera, alle diciannove, quando arriverà la persona preposta.
Preso atto delle indicazioni scritte, ci accomodiamo e facciamo liberamente le nostre cose.
In ostello non c’è la possibilità di lavare i panni e così, dopo aver fatto la doccia, andiamo in cerca di una lavanderia, trovando la soluzione in un ristorante: la stessa persona che lo gestisce, si prende carico di lavare la nostra roba.
Risolto il problema del bucato, approfittiamo della bella giornata di sole per sederci all’aperto e fare uno spuntino accompagnato da una birra.
Olveiroa è un borgo rurale molto piccolo ma carino.
Non c’è proprio dove andare e così passiamo il pomeriggio nei pressi dell’ostello, oziando, conversando e spiluccando qualcosa.
Facciamo amicizia con Karen, una pellegrina di Taiwan che abbiamo già visto qualche altra volta.
Questa ci racconta che, terminato il Cammino di Santiago, proseguirà il suo tour europeo per almeno un altro mese, visitando diverse nazioni del vecchio continente.
Per compiere il lungo itinerario e avere il tempo necessario per farlo, Karen, si è semplicemente licenziata dal suo lavoro; quando poi tornerà in patria, ci dice che ne troverà un altro con facilità.
Alle diciannove, arriva in ostello la persona addetta all’accettazione.
Una volta effettuata la registrazione andiamo a cena recandoci presso lo stesso ristorante dove abbiamo lasciato i panni da lavare.
La nostra giornata si conclude presto. Intorno alle ventuno ci mettiamo a dormire e ancora una volta ci diamo la buonanotte prima del tramonto del sole.
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