Passo dopo passo sul Cammino di Santiago 

Da Santiago de Compostela a Negreira

12 giugno 2018
Tappa 33 – Km. 22

La cattedrale di Santiago alle prime luci dell'alba
La cattedrale di Santiago alle prime luci dell'alba

 

 

Dopo meno di ventiquattrore dall’arrivo a Santiago de Compostela, eccoci pronti a ripartire per compiere altri tre giorni di Cammino.

Con me ci sono ancora Rocco e Giovanna; inoltre, oggi si aggiungerà al nostro gruppo anche Francisco, l’anziano signore di Barcellona che ieri ha manifestato la volontà di aggregarsi a noi tre.

Ci fa molto piacere averlo nel nostro gruppo perché è un tipo buono, simpatico, pratico e tenace.

 

Usciamo dall’ostello poco dopo le sei e ci rechiamo a praza do Obradoiro.

Anche se è ancora piuttosto buio, i primi bagliori dell’alba conferiscono al cielo un colore blu intenso che incornicia la cattedrale e il pazo de Raxoi.

L’enorme piazza, completamente deserta, è ancor più suggestiva grazie all’illuminazione giallo-ocra che ricrea l’atmosfera di tempi passati. Le luci danno risalto ai due imponenti edifici e si riflettono morbide sulle antiche basole della pavimentazione, rese lucide dalla pioggia caduta durante la notte.

 

Mentre aspettiamo l’arrivo del nostro nuovo compagno di Cammino, non perdo l’occasione di fotografare la piazza anche in questa versione.

 

Puntuale alle 6:30, secondo l’appuntamento stabilito, ecco che arriva Francisco col suo grande zaino sulle spalle e l’andatura simpaticamente lesta.

A vederlo da lontano, da solo nel mezzo della grande piazza, con alle spalle le alte torri della cattedrale, ci sembra ancora più piccolo di quel che è realmente.

Completato così il gruppo, senza alcun indugio ci mettiamo subito in marcia.

Una volta in cammino chi tiene testa a tutti è ovviamente Francisco, il quale si districa agevolmente nel percorso d’uscita dal centro urbano.

 

Fuori dalla città, ritroviamo le nostre care amiche pietre miliari.

Le stesse che nel corso dell’ultimo mese hanno scandito i chilometri mancanti per Santiago de Compostela. Come in un conto alla rovescia, partendo da quasi 800, abbiamo visto il numero assottigliarsi lentamente fino ad arrivare a zero, quando ieri mattina abbiamo raggiunto la cattedrale. Quest’oggi si ricomincia, ed ecco che il numeratore riparte da poco più di 90.

 

Giunti a questo punto, il nostro nuovo obiettivo è quello di arrivare a Finisterre, come logica conclusione di un lungo itinerario che dai Pirenei porta fino all’oceano Atlantico.

È lo stesso tragitto che compivano gli antichi pellegrini.

Una volta raggiunta la tomba dell’Apostolo Giacomo, questi proseguivano fino al mare dove raccoglievano le valve delle capesante, ovvero le conchiglie che oggi sono il simbolo del Cammino di Santiago.

 

Il percorso per Finisterre, solitamente viene suddiviso in tre tappe.

In alternativa, chi non vuole fare a piedi questo tragitto (o non può farlo per ragioni di tempo), anziché in tre giorni, potrà arrivare alla “fin del mundo” con un comodo bus di linea, in appena tre ore.

 

Quest’ultima parte del Cammino, non presenta grandi difficoltà: non ci sono dislivelli significativi ma solo lievi salite e discese che si alternano tra loro con una certa frequenza.

Tendenzialmente, l’altitudine va comunque a degradare, dato che alla fine si arriva al livello del mare.

 

***

Anche oggi il cielo è grigio e non è esclusa qualche pioggerella durante la giornata. In compenso la temperatura è più alta del solito e ci basta indossare solo una leggera giacca a vento.

 

Abbiamo già camminato per una mezz’ora mentre giungiamo in un punto panoramico da dove possiamo scorgere ancora una volta la cattedrale di Santiago. Anche se solo da lontano, la vediamo imponente ergersi dall’agglomerato di palazzi storici del centro cittadino.

Per il momento è l’ultima volta che l’ammiriamo, però, dopo Finisterre torneremo per un giorno nello splendido capoluogo gallego, per respirare ancora la sua atmosfera di città mistica, storica e cosmopolita.

 

Bosco attraversato dal Cammino, andando verso Negreira
Bosco attraversato dal Cammino, andando verso Negreira

Intanto sono ricominciati i fitti boschi tipici della regione e ne approfittiamo quindi per respirare l’aria pura della natura.

L’ambiente è ancora caratterizzato dalla ricchezza d’acqua: la vegetazione ad alto fusto è rigogliosa così come il sottobosco costituito da numerose felci.

Di tanto in tanto, qualche macchia di bosco composta da eucalipti prende il posto delle specie vegetali endemiche.

 

Durante il tragitto incontriamo l’amica Anna, l’insegnante francese con la quale abbiamo condiviso parecchie tappe.

Si unisce al nostro gruppo per un po’ e mentre avanziamo, col suo occhio fine, probabilmente esperto, individua tre grossi funghi che ci assicura essere commestibili. Spero per lei che la valutazione sia corretta perché non credo che siederemo al suo banchetto.

 

Il percorso è ancora costellato di piccoli paesi rurali.

Così, dopo essere passati da O Carballal, Ventosa e Augapesada sono circa le undici mentre giungiamo a puente Maceira, località annoverata tra i borghi più belli di Spagna.

Il piccolo centro abitato è lambito dal río Tambre.

Attraversiamo il fiume passando sull’antico ponte medievale in pietra, edificato sulla base di un precedente ponte romanico andato in rovina. La struttura è costituita da cinque archi di differenti dimensioni che conferiscono al ponte un profilo a sesto acuto.

Una leggenda racconta, anche in funzione del suo rifacimento, che dei discepoli di Santiago braccati dai romani, si salvarono grazie a un intervento divino che fece crollare il ponte, mettendo così fine all’inseguimento.

Tra le stradine acciottolate e le case in pietra, spiccano la iglesia románica de Santa María de Portor e, il più recente, pazo de Baladrón, palazzo privato costruito a metà del Novecento.

Caratterizzano il paese anche dei mulini ad acqua alimentati dallo scorrere del fiume.

 

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Una volta superato puente Maceira il nostro cammino continua ancora in mezzo al bosco.

 

La tratta di oggi è stata abbastanza breve, appena ventidue chilometri; così, alle 12:30, eccoci già a destinazione, a Negreira.

L’ostello comunale dove andiamo ad alloggiare, l’Albergue Xunta de Negreira, è situato verso l’uscita del paese, a poco più di un chilometro dal centro.

La posizione decentrata risulta un po’ scomoda per andare a cena o per far la spesa in un supermercato.

 

Dobbiamo attendere una mezz’ora prima di poter accedere in ostello, perché l’apertura avverrà alle tredici.

Una volta fatta l’accettazione, preso possesso delle nostre cuccette e fatta la doccia, ci rimettiamo in cammino e torniamo in centro.

 

Quest’oggi, vista l’ubicazione periferica dell’ostello, decidiamo di invertire la consueta routine del pomeriggio e prima di tutto andiamo a mangiare in un locale del centro, sempre con la formula del “menù del pellegrino”.

 

Igrexa de San Xián de Negreira
Igrexa de San Xián de Negreira

A seguire, tra le attrattive del luogo vediamo il pazo de Cotón, una piccola fortezza medievale, e la capela de San Mauro: i due edifici sono collegati tra loro tramite un passaggio fortificato poggiato su tre archi, sotto i quali passa la strada principale.

A poca distanza, c’è un monumento dedicato all’emigrante.

La struggente composizione rappresenta un uomo che parte per andare a cercare fortuna mentre la moglie, che tiene in braccio un neonato, è rassegnata ad aspettarlo; a completare la scena, c’è il figlioletto più grande che tenta di trattenere il padre aggrappandosi disperatamente ai suoi pantaloni.

Per finire la visita culturale, vediamo esternamente la igrexa de San Xián de Negreira, di fine Settecento, con una semplice facciata enfatizzata dalla torre campanaria che culmina in una lanterna.

 

Dopo un passaggio dal supermercato, per acquistare qualcosa sia per stasera che per domani, non ci resta che tornare in ostello dove, tra momenti di relax, chiacchiere e qualche spuntino, concludiamo questa trentatreesima giornata di cammino.

© Aldo Lardizzone 2020 Licenza Creative Commons CREATIVE COMMONS

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